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Differenze tra ETF e fondi comuni d’investimento

Tra i pregi del trading online, uno, più di altri, risulta particolarmente apprezzato dalla maggior parte dei trader: la diversificazione. Grazie alla grande rete telematica, infatti, si possono effettuare operazioni in un numero plurimo di asset, migliorando sensibilmente l’offerta presente sino a vent’anni, epoca in cui gli investitori disponevano, in buona sostanza di soli quattro opzioni: titoli di stato; obbligazioni bancarie/societarie; azioni; polizze vita finanziarie.

D’altro canto, internet ha migliorato sensibilmente la vita di ogni singolo cittadino, che grazie alla rete può divertirsi sfruttando i casino online bonus o tenersi aggiornato su quanto accade nel mondo grazie ai numerosi ed autorevoli siti presenti sulla grande rete telematica, solo per citare delle tante attività che si possono svolgere sul web. Anche il mondo finanziario, di conseguenza, non poteva che essere coinvolto dalla grande rivoluzione dell’era digitale, avvicinandosi ulteriormente alla gente comune.

Fondi comuni vs ETF: cosa scegliere?

È inutile negare, infatti, come l’ambito finanziario fosse visto, sino a poco tempo fa, come ostico e ad appannaggio di pochi eletti. Oggi, invece, la mole di informazioni disponibili è aumentata sensibilmente, grazie ai tanti siti dedicati al mondo finanziario che possono essere reperiti in rete. Parole come Forex o criptovalute, al giorno d’oggi, sono diventate note alla maggior parte dei risparmiatori di tutto il mondo.

Ma la grande rete telematica offre la possibilità di accedere, a costi decisamente più contenuti, ad altri asset finanziari reperibili anche tramite lo sportello bancario, come azioni, obbligazioni, fondi comuni d’investimento e ETF. Ed è proprio su quest’ultimi due strumenti finanziari che concentreremo la nostra azione, dato l’elevato numero di risparmiatori che vi hanno fatto ricorso nel corso dell’ultimo decennio.

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Pur essendo nati in epoca “pre-internet”, gli ETF, acronimo di Exchange Traded Funds, devono la loro fama e successo alla grande rete telematica, che ha consentito a questo asset di diventare fruibile in modo estremamente più semplice rispetto a vent’anni fa. Non c’è da stupirsi, di conseguenza, se almeno un trader su due dichiara di aver effettuato perlomeno un’operazione in ETF.

Essi vengono spesso comparati ai “fondi comuni di investimento, presenti nel mondo finanziario ormai da svariati decenni, che i risparmiatori italiani hanno potuto conoscere principalmente tramite lo sportello bancario. Rispetto a quest’ultimi, gli ETF sono un asset che replica passivamente l’andamento di un determinato indice, indipendentemente dal fatto che sia azionario, obbligazionario o afferente al mondo delle materie prime.

Perché gli ETF costano meno dei fondi comuni

La principale differenza con i fondi riguardano i costi: se i fondi comuni implicano l’applicazione di commissioni di entrate, uscita e di gestione che rappresentano, non di rado, un elevato costo per il risparmiatore, gli ETF hanno oneri assai modesti o addirittura nulli. La domanda, quindi, sorge spontanea: perché i fondi comuni hanno costi maggiori, talvolta non indifferenti, rispetto agli EFT?

Nei fondi comuni di investimento, un elevato numero di qualificati professionisti attua un costante turnover dei titoli, col nobile intento di battere il benchmark (evento che frequentemente non si verifica), che si traduce in costi del personale per le SGR. Gli ETF invece, replicano passivamente e linearmente l’andamento di un determinato indice, senza alcun tipo di operatività da parte di un gestore e, quindi, senza alcun tipo di costo.

Un risparmio a tutto vantaggio dei trader, che possono acquistare a condizioni economiche particolarmente vantaggiose. Gli ETF, oltretutto, sono quotati come le azioni e possono essere acquistati o venduti nel loro mercato di riferimento (per l’Italia, l’ETF PLUS della Borsa di Milano) ad un prezzo determinato dalla domanda e dall’offerta. Ed è questo il principale motivo per cui il prezzo di valore di un ETF può essere differente rispetto al suo valore patrimoniale netto,

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Alcuni dati testimoniano, tangibilmente, quanto sia aumentato il ricorso agli ETF col passare del tempo, risultando estremamente gradito anche alla vasta platea dei risparmiatori e non solo a quella degli operatori professionali qualificati. Nell’ultimo quinquennio, ad esempio, i flussi di denaro destinati agli ETF sono quintuplicati.

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L'amministratore e proprietario del portale www.investire-online.com è Simone Mordenti, analista finanziario, trader con oltre 10 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e valute, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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